domenica 13 novembre 2016

Il Faro che domina lo stretto di Messina!!!



Da un lembo di terra posto sullo stretto di Messina, nasce la minuscola Doc Faro...vitigni autoctoni quali Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera che crescono in altitudine...appunto su ripide pendenze a ridosso del mare, facendo un paragone potrebbero ricordare la generosità di uno Chateauneuf du Pape e l'eleganza di un Pinot Noir!!!
Questo Faro di Bonavita 2012 infatti mostra tutto il suo carattere mediterraneo, in grado di coniugare le note di marasca, cuoio e china a profumi freschi e salmastri, quasi di cappero, uniti a rimandi di erbe balsamiche e spezie...mostrando così una freschezza strabiliante!!!


                  

domenica 18 settembre 2016

TRAIANO vino di montagna a Piacenza

Nella riserva naturale geologica del Piacenziano, a pochi passi da Veleia, tra il castello di Vigoleno e Castell'Arquato, nella terra di Giuseppe Verdi, nascono i vini biologici Illica (www.illicavini.it).





TRAIANO
Ultimo arrivato il TRAIANO, un vino di "montagna", da uve malvasia, non aromatica, chardonnay, insieme a saldi di Trebbiano e Ortrugo,  raccolte oltre i 600 mt s.l.m.



NOTE DI DEGUSTAZIONE
Di colore giallo paglierino molto brillante.
Al naso apre con sentori fini fruttati e di erbe aromatiche, su decise note minerali.

Fresco e sapido.

Mantiene una discreta persistenza, concedendo un finale di pera e salvia.

Ottimo da aperitivo.
Si abbina ad antipasti a base di formaggi freschi, (caprini, burrata), e salumi delicati come il prosciutto crudo, a primi della tradizione piacentina, come i tortelli di magro al burro e salvia, i tortelli di zucca, i panzerotti e a secondi di pesce, come il branzino al sale.

Semplice, ma molto elegante.


sabato 23 gennaio 2016

INDIA

Anche per l'India la storia del vino è antica con testimonianze risalenti all'epoca di Alessandro: Carete di Metilene scrive di una gara tra bevitori di vino sulla tomba del bramano Calano che si era immolato nel fuoco. 41 partecipanti morirono e il vincitore, che riuscì a bere 13 litri di vino, fu premiato con un talento, ovvero 25 kg di argento. Non è possibile essere certi si trattasse di vino ottenuto da uva, ma i riferimenti al vino sono ben presenti nella storia indiana.


Si beveva enormemente nelle taverne di Ayodhya, la grande capitale nella piana del Gange: la città
era immersa in effluvi di liquore e di vino e le strade pullulavano di ubriachi. Si beveva anche nei palazzi reali. Solo i bramani si astenevano, ma offrivano bevande alcoliche e vino agli dèi nei templi. L'avanzata della vite e del vino si ferma però, sembra a causa dei periodi monsonici, fino  al XX secolo. Questo non impedisce però ad alcuni ricchi indiani di consumare vino di importazione lungo tutto il corso della storia, proveniente ad esempio da Shiraz e poi da tutta l'Europa.
Vigneto a Bangalore - foto  K. Gopinath
Negli anni 90 appaiono produttori che cominciano ad utilizzare le tecniche moderne di viticoltura e vinificazione. Un produttore storico è Mountain View winery nella regione di Nashik che produce vino proprio dal 1990, e Sula,  che nel 1995 si avvale della collaborazione di Michel Rolland della Pommerol che porta alla produzione del Réserve, un rosso quasi all'altezza dei vini di Bordeaux.
E' dal 2005 però che l'industria vitivinicola del paese si struttura in maniera più significativa, a causa dell'introduzione di elevati dazi sull'importazione di vino, che incentiva l'attività di aziende  come Sula nel Maharashtra e Grover nel Karnataka. Oggi ci sono circa 41 produttori solo nella regione del Maharashtra, quasi tutti di recentissima fondazione. Il distretto più produttivo è Nashik, dove l'alta quota riesce a compensare la bassa latitudine. Grover si trova sulle colline che dominano Bangalore nello stato di Karnataka. In questa zona le vigne non hanno alcun periodo di quiescenza ed è quindi necessaria un'attenta potatura per avere un unico raccolto, ad aprile o maggio, ed evitare ulteriori fruttificazioni.
Si assiste ora ad un crescente consumo di vino in India, soprattutto da parte dalle donne, tanto da prevedere per il 2013 un fatturato di 3000 crore, circa 430mln di euro, secondo un rapporto di Mumbaiwire.in
Per quanto abbia potuto vedere però, l'interesse maggiore è comunque per il vino di importazione, e il vino locale viene relegato ad un ruolo secondario. Bere vini francesi ed italiani è una scelta di stile, soprattutto per la popolazione ricca, che si sente sminuita a scegliere vini indiani. Anche nei ristoranti non è facile trovare etichette locali, mentre sono onnipresenti vini di Borgogna, di Bordeaux, di Montalcino.




ASSAGGI

FRATELLI WINES  è un'azienda nata nel 2006 da 3 famiglie : i fratelli Secci Andrea e Alessio, dall'Italia, i fratelli Skhr
i Kapil e Gaurav, i fratelli Mohite-Patil Ranjitsinh e Arjunsinh. La cantina e i vigneti si trovano nel Akluj, nel distretto di Solapur, circa 170 km a sud di Pune. Dall'impianto dei vigneti di vitigni francesi, sono stati attesi 4 anni per la prima produzione di vino. Enologo consulente è Pietro Masi, conosciuto in tutto il mondo per il suo Chianti.

Sauvignon blanc Di colore giallo paglierino scarico, non particolarmente intenso al naso, semplice, presenta note erbacee tipiche, alla beva è sapido, fresco, abbastanza equilibrato
Chardonnay Intenso al naso, con sentori di mela e agrumi, in bocca è caldo, sapido, di buona acidità, rotondo.











GROVER VINEYARDS la cantina viene fondata da Kanwal Grover e George Vesselle nel 1988, sulle colline di Nandi Hills, nel Karnataka, dopo anni di studi sui migliori vitigni francesi che meglio si adattavano al territorio. Il primo vino viene prodotto nel 1992. Enologo consulente è Michel Rolland da Bordeaux.
La Réserve, ottenuto da uve Cabernet Sauvignon e Shiraz, con 6 mesi di invecchiamento in barrique, mostra colore rubino, ottima potenza olfattiva, con le tipiche note erbacee, di peperone verde, di pepe nero, frutta matura ro
ssa e nera, caffè e vaniglia. Morbido, caldo e avvolgente, con tannini fini ed eleganti, forse un pò carente in acidità. Il finale è abbastanza lungo.






SULA VINEYARDS situata a 180km a nordest di Mumbay, fu fondata dall'ing. Rajeev Samant dopo aver abbandonato la Silicon Valley, nella regione di Nashik, oggi la più grande regione vitivinicola indiana. Nel 1997 piantò vitigni a bacca bianca, Sauvignon e Chenin Blanc. Il primo vino prodotto da Sula è un bianco e viene immesso in commercio nel 2000. Nel 2004 la proprietà si ingrandisce passando da 12 a 600 ettari, espandendosi anche nella vicina regione di Dandori, impiantando Cabernet Sauvignon, Viognier,  Shiraz, Malbec, Zinfandel, Merlot.

Satori Merlot Malbec : nel bicchiere è rosso rubino, al naso è leggero, semplice, con sentori di frutti rossi. Di medio corpo, con tannini morbidi, un pò scarno.


mercoledì 13 gennaio 2016

Maximin Grunhaus e la delicatezza del Riesling nel Ruwer (Mosel)


Il dottor Carl von Schubert è un simpatico proprietario terriero, nobile, colto, educato, buon parlatore, vestito con eleganza, legato alla tradizione (l’etichetta dei suoi vini non cambia da più di un secolo) ed ha una moderata tendenza all’understatement: non è certo un caso se la vettura della ditta è un maggiolino verde.
Siamo in Germania a Mertesdorf ed il vigneto si estende nella valle del Ruwer, un affluente della Mosella, attorno ad un'antica casa padronale assai suggestiva, arricchita da un giardino all’inglese con alberi di magnolie e sentieri di ghiaia.

Qui prima c'era una Abbazia dedicata a San Massimino e ancora prima pare ci fosse una Villa romana, dove gli antichi producevano vino nelle anfore.
Il primo documento certo che parla della Grunhaus risale al 966 e all'epoca era di proprietà del monastero benedettino di Trier. A fine '700 l'abbazia è ancora guidata dall'Abate di turno, poi il ciclone Napoleone e la secolarizzazione della Chiesa stravolgono la situazione e fino al 1810 il luogo è di proprietà francese. In seguito viene venduto alla famiglia tedesca Von Handel, ma attraverso un matrimonio, nel 1882, subentra la famiglia Von Schubert che, tra le varie cose, cambia l'etichetta (tuttora utilizzata). Herr Carl Von Schubert, che ha discusso una tesi di laurea sulla sostenibilità economica delle viticolture eroiche in forte pendenza, incarna oggi la quinta generazione.


.....Torniamo alla zona......Il Ruwer è solo un torrente, dei due affluenti della Mosella e sicuramente quello racchiuso dalla vallata più stretta e meno soleggiata; condizioni che rendono ancora più rigido il clima e più arduo il raggiungimento di una maturazione adeguata delle uve (almeno prima del surriscaldamento globale). L’ardesia che si trova in quest’area è molto frastagliata, una tipologia generalmente conosciuta per regalare ai vini un impatto floreale molto deciso. Tra i migliori vignaioli che risiedono lungo il Ruwer possiamo tranquillamwnte annoverare  Carl Von Schubert della tenuta Maximin Grunhaus. Nelle annate più calde e soleggiate questi vini, riescono ad essere i più puri e profondi della regione.
 
 
 
Qui il Dr. Von Schubert produce dei Riesling delicati che vantano un’acidità minerale, un sapore fruttato leggero e una maturazione straordinaria. Vini che non temono l’invecchiamento e che possono offrire meraviglie anche a distanza di oltre trent’anni!           
Abbiamo assaggiato il Riesling del vigneto Herrenberg che un tempo forniva il vino per i Maestri del Coro dell'Abbazia, e si estende per 19 ettari su ardesia rossa.

Riesling Herrenberg kabinett 2009 visivamente si presenta di un bel colore giallo paglierino ed una bellissima luminosità .....ad uno spettro olfattivo intenso che apre su note floreali, sopratutto di mimosa e fruttate.... albicocca in primis poi anche mela, ananas e vegetali di zenzero e timo con una freschezza agrumata di sottofondo il tutto accompagnato da una leggera ma pregevole sfumatura minerale e sulfurea (idrocarburi si... ma ben integrati con gli altri profumi senza mai prevaricarli).....l'attacco in bocca e' di grande morbidezza (visto anche il residuo zuccherino) che però viene egregiamente bilanciata da un acidità vibrante  e  una sapidità sostenuta atte a creare un'equilibrio gustativo di estrema e pregiata piacevolezza che invoglia pericolosamente al sorso. I profumi retrolfattivi di ottima lunghezza confermano la qualità del vino e la fama del suo produttore. finezza...morbidezza...freschezza...sfumature le sue caratteristiche!!! Top

domenica 10 gennaio 2016

Etna - Feudo 2012 di Girolamo Russo

In serata di degustazione con altri ETNA, dopo il rosso Musmeci 2008 di Tenuta di Fessina si
"posiziona" Feudo 2012 di Girolamo Russo.

Giuseppe Russo, di formazione pianista e con una laurea in letteratura italiana, gestisce l'azienda di famiglia dal 2004. I vigneti si estendono per 15 ettari nelle 3 contrade:

  • S. Lorenzo (8 ettari, 750-780 metri di altitudine),
  • Feudo (6 ettari, 650-670 metri di altitudine),
  • Feudo di Mezzo (1 ettaro a 700 metri altitudine).

L'azienda è certificata biologica.
L'Etna Rosso Feudo è prodotto quasi esclusivamente con uve Nerello Mascalese, con un piccolo saldo di uva Nerello cappuccio.
Le uve vengono raccolte unicamente a mano durante la seconda decade di Ottobre. La fermentazione del mosto avviene in vasche di acciaio inox, alla temperatura controllata di 28-30°C per circa 8 giorni, con circa 13 giorni di macerazione. Successivamente il vino si eleva in barriques per 16 mesi, e si affina poi, per ulteriori 6 mesi, in bottiglia.

Note di degustazione
Il Feudo è caratterizzato da un colore rosso rubino intenso. Al naso si apre con un bouquet fruttato, con sentori di ciliegia, arricchiti da piacevoli note di erbe aromatiche. Al palato risulta elegante, ampio e piacevolmente intenso. Il vino presenta un finale persistente.


giovedì 7 gennaio 2016

Vitigni autoctoni italiani - Il carricante

Da oltre cento anni coltivato in tutta la Sicilia, con l'eccezione delle province di Trapani e Palermo, è particolarmente presente nella provincia di Catani, nei comuni di Viagrande e di Milo.
Il nome deriva dalla tendenza del vitigno a dare produzioni abbondanti.
Si utilizza normalmente una forma di allevamento a piccola espansione, (alberello basso), con potatura corta e povera.
E' stato selezionato dai viticoltori di Viagrande, sul versante est dell'Etna.
Possiede sinonimi quali "Carricanti, "Caricanti", "Nocera bianca", "Catanese bianco".
E' un vitigno che sull'Etna dà vini caratterizzati da elevata freschezza, (il pH è particolarmente basso, 2.9-3.0) e da un notevole contenuto in acido malico.
Di basso contenuto terpenico, quando opportunamente finificato, con l'invecchiamento sviluppa sentori complessi inclusi i tipici aromi del Riesling (tecnicamente dopo 4/5 anni si forma il composto 1,1,6-TRIMETIL-1,2-DIDRONAFTALENE (TDN))

Per quest'importantissimo vitigno autoctono, bisognerebbe attuare un programma di recupero e selezione clonale.
"Il vino è una cosa straordinariamente appropriata all'uomo se, nella salute come nella malattia, si amministra con giudizio e giusta misura, secondo la costituzione di ciascuno". 
Ippocrate

martedì 5 gennaio 2016

RHUM Barbancourt 15 anni


Il Rhum Barbancourt viene distillato e prodotto dalla Société du Rhum Barbancourt, a Port Au Prince sulla isola di Haiti.

La canna da zucchero coltivata a Domaine Barbancourt, così come anche in altre parti di Haiti è tagliata a mano tra novembre e giugno. Arrivata in distilleria viene macinata 3 volte e il succo vergine (si tratta di agricòle!), fermenta per circa 72 ore, dopo inoculazione di lieviti selezionati di proprietà Barbancourt.

Rispetto agli agricòle tradizionali, il Barbancourt, con la seconda distillazione raggiunge un TAV di 90% poi ridotto a circa il 50% prima di essere affinato in rovere (in parte in botti grandi, in parte in botti piccole). Il Rhum Barbancout estate riserva viene imbottigliato a 43% vol.

Note di degustazione
Abbiamo assaggiato il 15 anni riserva.


Nel bicchiere mostra un colore mogano brillante. Caramello, legno di sandalo e quercia sono i primi sentori al naso, seguiti, dopo breve evoluzione nel bicchiere, da note speziate di vaniglia e cannella, agrumi (buccia d'arancia), poi frutta secca e tostata. Di maggiore dolcezza e morbidezza rispetto ad un tipico Agricòle.
Di buon equilibrio generale, non avrebbe guastato un pizzico di corpo in più.
Da provare!

lunedì 4 gennaio 2016

Etna - Tenuta di Fessina


In serata di degustazione con altri ETNA, emerge il rosso Musmeci 2008 di Tenuta di Fessina.

Silvia Maestrelli, produttrice di vino toscano nella sua tenuta Villa Petriolo di Cerreto Guidi, suo
marito Roberto Silva e Federico Curtaz hanno deciso di scommettere con passione sulla Sicilia per saldare la loro collaborazione all’insegna della qualità. Nel 2007, acquistano  un vecchio palmento del XVIII secolo in pietra lavica, che si affaccia su un vigneto del secolo scorso, circa 7 ettari di Nerello Mascalese.
I’ vigne di Fessina”, come la gente di queste parti definisce i vigneti della tenuta, sono  sorvegliate da un grande albero maestoso, con le radici che, come una serpe, avvolgono i blocchi del muro di cinta del borgo di Rovittello, i cui rami volano verso il cielo a guardare i Nebrodi. Il Millicucco lo chiamano, fascinoso e ieratico custode del borgo.  "A salire verso il cielo in questo piccolo ombelico verde, tra sciare nere che scendono dall’alto, ci sono molte cose. La più appariscente è quel pennacchio di fumo che si vede quando si alza lo sguardo, sale dal cappello da gnomo che sta in cima al monte. Non smette mai di sbuffare, da cinquecentomila anni e forse più, e riversa cenere e lapilli che si depositano e si distribuiscono nel fluire delle stagioni, a volte accumulati, altre volte spazzati via dall’acqua. A volte rimescolati e coperti da lava fluente, nascosti al verde ed alla coltivazione per centinaia di anni, fino a quando, paziente, la natura ricomincia il suo lavoro di conquista della roccia e ci regala conche irregolari, piccoli vasi di terra che, coltivati per bene, danno frutti meravigliosi. I’ vigne di Fessina sono uno di questi vasi di terra particolare,  ricca della sua povertà. Tra Linguaglossa e Randazzo si incontrano molte di queste forme che coccolano i vigneti come balie generose. Vigneti che per destino danno vini molto diversi, generati da suoli e microambienti talmente particolari da renderli unici” Federico Curtaz



Musmeci 2008
Ottenuto da uve Nerello Mascalese (80%) e Nerello Cappuccio (20%), coltivate a Rovittello, a 670 mt slm nel versante settentrionale del vulcano, questo vino è dedicato alla famiglia Musmeci che per anni si è presa cura dei vigneti. Oggi l'azienda è in possiede vigne di 80 anni. I vigneti più antichi, sulle colline più alte, danno origine al vino.

Note di degustazione
Il Musmeci si presenta di colore rosso rubino concentrato. Si esprime al naso con evidenti note fruttate mature, speziate e una mineralità decisa. Tannini ben presenti, ma ben armonizzati, portano ad una finitura piacevole.
Elegante, molto fine!


Musmeci 2014
Carricante in purezza.
Di colore giallo paglierino intenso, con lievi riflessi verdognoli, brillante. Al naso è intenso, con sentori di pietra focaia, mela golden, ananas, mandorla; discretamente floreale, erbaceo. Alla beva prevalgono le note dure, con una decisa freschezza, gradevole, ma con lieve eccesso di sapidità.