sabato 1 novembre 2014

“un barbera piacentino che non teme il tempo”


L’area dei colli piacentini con le sue 4 valli, Tidone, Nure, Trebbia e Arda è una culla enologica italiana, come testimoniano i ritrovamenti di viti fossili risalenti al 2000 A.C.

Ben nota ai tempi dei romani e nei secoli successivi, viene anche citata da Sante Lancerio nel 500 e nel 900 da Cougnet.

La zona vitivinicola piacentina si esprime oggi in particolare con la DOC Colli Piacentini, che comprende oltre 3000 strutture di produzione, tra le quali spicca l’azienda vitivinicola Solenghi Gaetano e Nicola, una piccola cantina a conduzione familiare.

Troviamo le vigne di Solenghi sulle colline del versante ovest della Val Tidone, su terreni marno/argillosi, ben orientati per una giusta esposizione al sole. Il lavoro in cantina segue il rispetto della tradizione piacentina, alla quale viene però aggiunto uno stile unico, che porta a vini inimitabili: Solenghi è tra i pochi produttori piacentini in grado di offrire vini che reggono lustri.
Appartiene a questa categoria il vino Barbera “L’Attesa”, che abbiamo assaggiato in verticale dal 1997 al 2000.


Ecco le nostre impressioni:

BARBERA L’ATTESA 2008
Da un’annata calda, come molte post 2000, nasce questa barbera Igt Valtidone, dove la potenza è ben bilanciata da un tannino ben presente, ma già morbido e con l’acidità tipica che rispecchia il suo essere barbera.
Si presenta con un bel colore rosso rubino carico e si esprime con una grande potenza alcolica che però non prevale sulle note inizialmente esotiche di mango, per evolvere in una carica floreale di violetta, poi di frutti rossi, amarena e mirtillo, e di seguito in scorza d’arancia e tamarindo.
Non possiede ancora la complessità delle sorelle maggiori, ma esprime anche in bocca un bel fruttato che ben si amalgama con tannino e acidità.
Sufficientemente persistente in retrolfattiva, ancora giovane, ma già perfettamente bevibile, soprattutto se ben abbinato.

BARBERA L’ATTESA 2000
da annata abbastanza calda nasce questo sorprendente vino color rosso granato carico, con perfetta corrispondenza naso-beva.

Troviamo note balsamiche di erbe officinali, in paricolare timo e chiodi di garofano, fruttate di marasca, terziarie di cacao, cuoio e terra bagnata.
In bocca è pieno, avvolgente, con un’elegante rusticità e con un lunghissimo finale dove il tannino ancora ben presente, ma vellutato, va a spasso con un’acidità croccante che rende la beva assai piacevole.
Il finale è lungo e persistente.

Un assoluto outsider, uno dei due campioni della serata!!!!

BARBERA L’ATTESA 1999
l’altro campione della serata, insieme al 2000, questo vino nasce da un’annata fresca.

Color rosso granato carico, attacco al naso balsamico, poi amarena ed ancora terziari noce moscata, torrefazione , terra bagnata.
Successivamente ritorna ancora preponderante la frutta, matura, ma mai cotta.

Un vino dalla bocca elegantissima, con un tannino vellutato, una bellissima acidità agrumata, il più snello della serata per discreta facilità di beva, ma impressionante il lunghissimo finale.

Entusiasmante!!!!!

BARBERA L’ATTESA 1997
con una bella età sulle spalle, (15 anni dalla vendemmia), si presenta di colore rosso granato scarico, con lievi accenni aranciati sull’unghia.

Ha richiesto un pò più tempo per aprirsi, ma si è poi rivelato in modo prorompente.
Il naso più complesso della serata, quasi sontuoso, all’attacco con un bel goudron e smalto, note balsamiche di eucalipto, frutta matura marasca, liquirizia, caffè.
Evolve poi in profumi di caramella mou, caffè, cacao e cuoio.
In bocca è ben equilibrato, morbido ancora fresco, persistente.

Nel complesso gran bel vino, anche se valutando tutte le sue componenti naso-bocca, dobbiamo porlo un gradino sotto le due fantastiche annate 1999-2000.

Che altro dire dei vini di Gaetano e Nicola Solenghi: da giovani esprimono potenza olfattiva fruttata unita a una bellissima acidità, che rende la tipicità del vero barbera, e ad una buona struttura, in grado di contrastare il grado alcolico che le ultime vendemmie ci hanno regalato.

Quando invecchiano diventano nobili eleganti e complessi, delle autentiche chicche, mantenendo ottimi livelli di acidità, per sfidare il tempo senza temerlo.

La presenza, inoltre, di una nota distintiva di rustica tradizionalità contadina rende questi vini unici e inimitabili!!!

Enrico Fermi, Luca Bersani

2 commenti:

  1. Complimenti per l'ottimo articolo, bravi continuate così! Resto in attesa di leggere nuovi contenuti!

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